,

Prevenzione atrofia muscolare nei pazienti allettati: esercizi e accorgimenti utili

In questo articolo ti parliamo di...

  • L'atrofia muscolare è una conseguenza quasi inevitabile dell'immobilità prolungata, caratterizzata da una rapida riduzione della massa e della forza dei muscoli. Questa condizione non solo limita ulteriormente la capacità di movimento della persona allettata, ma aumenta anche il rischio di complicazioni come problemi circolatori, respiratori e lesioni da pressione.
  • La prevenzione si basa su un approccio integrato che unisce la mobilizzazione, anche minima, a un'attenta gestione dell'ambiente di degenza. Esercizi passivi, eseguiti con l'aiuto di un caregiver o di un fisioterapista, e piccoli movimenti attivi, quando possibili, sono fondamentali per stimolare la muscolatura e mantenere la flessibilità articolare.
  • Un ambiente di cura confortevole e tecnicamente adeguato è un alleato fondamentale nella prevenzione. Un sistema letto progettato per ridurre la pressione, l'attrito e la macerazione della pelle non solo aiuta a prevenire le piaghe da decubito, ma facilita anche le operazioni di mobilizzazione e riposizionamento.

La perdita di massa e forza muscolare è una delle conseguenze più rapide e invalidanti dell’immobilità prolungata, ma può essere contrastata con un approccio integrato che combina mobilizzazione, ambiente di cura adeguato e strategie di prevenzione

Quando una persona è costretta a letto per un periodo prolungato a causa di una malattia, un trauma o per l'età avanzata, il suo corpo va incontro a una serie di cambiamenti noti come "sindrome da immobilizzazione".

Tra le conseguenze più dirette e rapide di questa condizione vi è l'atrofia muscolare, un processo insidioso che può compromettere significativamente la qualità della vita e le possibilità di recupero.

Affrontare questo tema è cruciale non solo per la salute fisica, ma anche per la dignità e il benessere psicologico della persona assistita.

Approfondire la natura di questo fenomeno è fondamentale per poter mettere in campo le strategie più corrette ed efficaci.

Leggi anche: Come curare le piaghe da decubito in modo efficace e sicuro

Atrofia da immobilizzazione: cos'è e perché si manifesta nei pazienti allettati

L'atrofia muscolare è una condizione definita dalla riduzione del volume e della funzionalità del tessuto muscolare.

Questo processo si innesca quando i muscoli non vengono utilizzati regolarmente: in assenza di stimoli come il carico del peso corporeo o la contrazione volontaria, le fibre muscolari iniziano a indebolirsi e a ridursi di dimensione.

Nei pazienti allettati, questo fenomeno è particolarmente accelerato perché viene a mancare la più naturale forma di esercizio: camminare e muoversi per svolgere le attività quotidiane.

Le persone più a rischio sono gli anziani, i pazienti in recupero post-operatorio, chi soffre di patologie croniche o neurologiche che limitano il movimento.

L'inattività forzata innesca un circolo vizioso: meno ci si muove, più i muscoli si indeboliscono, rendendo ogni piccolo movimento ancora più faticoso e aumentando la dipendenza da chi presta assistenza.

Per questo, riconoscere i primi segnali è fondamentale per intervenire tempestivamente.

Donna anziana allettata fa dei semplici esercizi per mantenere tonica la muscolatura delle braccia | HIP Sistema Letto

Come riconoscere l'atrofia muscolare: i primi sintomi e segnali di allarme

I sintomi dell'atrofia muscolare possono essere inizialmente lievi, ma diventano progressivamente più evidenti. Il segnale più chiaro è una visibile diminuzione della massa muscolare, ad esempio, un arto che può apparire più piccolo dell'altro.

A questo si accompagna una crescente sensazione di debolezza, che rende difficili anche i piccoli movimenti a letto, come girarsi su un fianco o sollevare le gambe.

Altri sintomi includono una ridotta resistenza alla fatica e una maggiore rigidità articolare, che limita l'ampiezza dei movimenti.

Per un caregiver o un operatore, notare che la persona assistita oppone meno resistenza durante la mobilizzazione passiva o che i suoi muscoli appaiono meno tonici al tatto è un campanello d'allarme importante.

Agire su questi segnali precoci è essenziale, introducendo pratiche mirate a stimolare la muscolatura.

È proprio attraverso un'azione costante e mirata che si possono contrastare gli effetti dell'immobilità.

Prodotti per la degenza domiciliare: benessere per la persona assistita e praticità per chi se ne prende cura

La linea completa di prodotti HIP per la degenza domiciliare. Prodotti per la degenza domiciliare riutilizzabili, professionali, sicuri e confortevoli, che permettono di vivere con serenità e sicurezza le sfide quotidiane della cura anche a casa...

Esercizi contro l'atrofia: la mobilizzazione attiva e passiva per la persona allettata

La strategia più efficace per combattere l'atrofia muscolare è la mobilizzazione precoce e regolare, attraverso esercizi per persone allettate.

Anche quando la persona non è in grado di muoversi autonomamente, è possibile intervenire con due tipi di approcci, sempre sotto consiglio del medico o del fisioterapista.

La mobilizzazione passiva prevede che sia il caregiver o l'operatore a muovere delicatamente gli arti della persona assistita, eseguendo movimenti di flessione, estensione e rotazione delle articolazioni (caviglie, ginocchia, polsi, gomiti).

Questo tipo di esercizio non aumenta la massa muscolare, ma è fondamentale per mantenere le articolazioni flessibili, stimolare la circolazione sanguigna e preservare la "memoria" del movimento.

La mobilizzazione attiva, invece, coinvolge direttamente la persona, che esegue piccoli movimenti in autonomia o con un aiuto minimo.

Possono essere esercizi semplici come contrarre e rilassare i muscoli delle gambe (esercizi isometrici), piegare le ginocchia portandole al petto, sollevare leggermente le braccia o stringere una pallina antistress.

La chiave è la costanza: pochi minuti di esercizi, ripetuti più volte al giorno, sono molto più efficaci di una singola sessione intensa e faticosa.

Occorre sottolineare che tutti gli esercizi, anche se leggeri e passivi, devono essere eseguiti solo dopo approvazione da parte del medico o fisioterapista, per evitare rischi legati a patologie sottostanti.

In alcuni contesti – ad esempio in presenza di patologie neurologiche, fratture o dolori persistenti – è invece necessario che gli esercizi vengano svolti esclusivamente sotto la guida di un professionista sanitario, se non direttamente dal professionista stesso.

Questi esercizi, per quanto fondamentali, trovano la loro massima efficacia quando vengono eseguiti in un ambiente che non solo li permette, ma li facilita, riducendo ogni ostacolo e garantendo comfort e sicurezza.

Leggi anche: Gestire le lesioni da pressione sacrali: percorsi di cura e prevenzione

Prevenzione e comfort: perché un sistema letto tecnico è un alleato importante

Per una persona allettata, il letto è il centro del mondo. Un ambiente di degenza non adeguato può trasformarsi in un ostacolo, causando disagio e aumentando il rischio di complicazioni come le lesioni da pressione (dette anche piaghe da decubito).

Al contrario, un sistema letto tecnicamente avanzato, progettato per favorire comfort, igiene e riposizionamento, può contribuire a creare condizioni più favorevoli alla prevenzione.

La biancheria tecnico-sanitaria, ad esempio, è progettata per minimizzare l'attrito sulla pelle. Un tessuto come il jersey, grazie al suo basso coefficiente d'attrito, facilita i movimenti di riposizionamento e riduce il rischio di arrossamenti da "struscio", rendendo le sessioni di mobilizzazione più sicure e confortevoli.

L'assenza di pieghe, favorita dalla naturale elasticità del tessuto e dal disegno specifico delle lenzuola, è un altro fattore determinante. Le pieghe, infatti, creano punti di iperpressione che possono danneggiare la pelle e causare dolore.

Il doppio angolo sul lenzuolo superiore, ad esempio, non solo facilita il riordino del letto, ma riduce la compressione su piedi e talloni.

Un sistema letto che rimane sempre liscio e ben teso, come il Sistema Letto HIP, supporta il lavoro di caregiver e operatori, riducendo la necessità di riordinare continuamente il letto e liberando tempo prezioso da dedicare all'assistenza diretta.

La combinazione sinergica di biancheria tecnica, traverse lavabili traspiranti e coperte termoregolanti crea un microclima ideale, che preserva l'integrità cutanea, migliora il comfort e, in ultima analisi, coadiuva la strategia di prevenzione dell'atrofia.

Prevenire l'atrofia muscolare per pazienti allettati: domande frequenti

Quanto tempo ci vuole per perdere massa muscolare a letto?

Il processo di atrofia muscolare a causa dell'inattività è sorprendentemente rapido. Studi scientifici indicano che una perdita significativa di massa e forza muscolare può iniziare già dopo le prime 48-72 ore di completo riposo a letto. Nella prima settimana di immobilità, un paziente può perdere fino al 10-15% della forza muscolare, in particolare nei muscoli antigravitari come quelli delle gambe e della schiena. Questa rapida degenerazione sottolinea l'importanza cruciale di iniziare un programma di mobilizzazione, anche passiva, il più precocemente possibile per contrastare il fenomeno fin dal suo insorgere.

Gli esercizi passivi sono davvero efficaci contro l'atrofia?

Sebbene gli esercizi passivi, in cui è un operatore a muovere gli arti del paziente, non possano arrestare completamente la perdita di massa muscolare (poiché manca la contrazione muscolare attiva), il loro ruolo è fondamentale. La loro efficacia risiede nel prevenire le conseguenze secondarie dell'immobilità: mantengono l'elasticità di tendini e legamenti, preservano l'ampiezza di movimento delle articolazioni prevenendo le rigidità, e migliorano la circolazione sanguigna locale. In questo modo, creano le condizioni ottimali affinché i muscoli, seppur indeboliti, rimangano pronti per una ripresa funzionale non appena possibile.

Oltre agli esercizi, cosa è fondamentale per prevenire l'atrofia in un paziente allettato?

La prevenzione dell'atrofia muscolare si basa su un approccio integrato che va oltre la sola mobilizzazione. Un'alimentazione adeguata, ricca di proteine e nutrienti, è essenziale per fornire ai muscoli i "mattoni" necessari per mantenersi. Altrettanto importante è una corretta idratazione, che garantisce il buon funzionamento di tutte le cellule del corpo, incluse quelle muscolari. Infine, è cruciale un corretto posizionamento a letto, utilizzando supporti e cuscini per variare i punti di pressione e un sistema letto tecnico che riduca l'attrito e l'umidità, garantendo comfort e prevenendo complicazioni cutanee.

Prodotti
Load more

Accedi

Menu

Carrello

Non ci sono prodotti nel tuo carrello