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Come curare le piaghe da decubito in modo efficace e sicuro

In questo articolo ti parliamo di...

  • La classificazione in stadi è fondamentale per intervenire correttamente: dal semplice arrossamento (stadio I) a lesioni profonde (stadio IV), ogni livello richiede un trattamento specifico e, nei casi più gravi, l'intervento medico è imprescindibile.
  • Le azioni quotidiane sono parte attiva della terapia: il riposizionamento frequente, l’igiene accurata e una nutrizione adeguata creano le condizioni essenziali per la guarigione, agendo in sinergia con le medicazioni.
  • Gli ausili e il sistema letto tecnico ottimizzano la cura: materassi, cuscini e biancheria sanitaria riducono pressione, attrito e umidità, alleggerendo il lavoro dei caregiver e aumentando l’efficacia delle cure.

A partire dal secondo stadio, la supervisione di medici e infermieri diventa imprescindibile. Ecco come trattare la lesione in base alla sua gravità

Affrontare una piaga da decubito significa intervenire su una ferita che, a seconda della sua profondità, richiede cure diverse e specifiche. Si tratta di una condizione che, se non gestita correttamente, può comportare complicanze anche gravi.

Il primo passo, quindi, è comprendere la gravità della situazione per poter agire nel modo più corretto, ricordando che dallo stadio II in poi l'intervento di un medico o di un infermiere non è solo consigliato, ma necessario.

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Riconoscere la gravità della lesione: come intervenire stadio per stadio

L'approccio terapeutico si basa su due pilastri: trattare la lesione esistente e, contemporaneamente, creare un ambiente che ne favorisca la guarigione.

Vediamo come agire concretamente, partendo dal riconoscimento della gravità del problema.

  • Stadio I: il rossore. La pelle è arrossata ma ancora intatta. Il segno inconfondibile è un rossore che non scompare se premuto. Azione richiesta: eliminare immediatamente e completamente la pressione sull'area. Se si interviene tempestivamente con la rimozione della pressione, è spesso possibile favorire la regressione della lesione senza esiti permanenti, seppur sempre sotto monitoraggio clinico.
  • Stadio II: la ferita aperta. La pelle si rompe, formando una vescica o una lesione superficiale. Questo stadio è tipicamente molto doloroso. La rottura della pelle espone le terminazioni nervose, rendendo l'area estremamente sensibile. Azione richiesta: è necessario l'intervento di un professionista sanitario. La ferita va pulita delicatamente e protetta con medicazioni specifiche che mantengano il giusto grado di umidità. La gestione del dolore, anche con farmaci antidolorifici su consiglio del medico, diventa una parte essenziale della cura per garantire il comfort della persona, specialmente durante i cambi di medicazione.
  • Stadio III: la lesione a tutto spessore. La lesione diventa profonda, estendendosi ai tessuti sottostanti. Azione richiesta: la cura è di stretta competenza medica. Spesso è necessario lo "sbrigliamento", ovvero la rimozione del tessuto necrotico, e l'uso di medicazioni avanzate per riempire la cavità e assorbire l'essudato. Sebbene il tessuto necrotico al centro della cavità possa aver perso sensibilità, i bordi della ferita e i tessuti circostanti sono infiammati e provocano un dolore significativo, che va contrastato con idonee terapie.
  • Stadio IV: il danno profondo. La lesione è così estesa da raggiungere muscoli, ossa e articolazioni. Azione richiesta: si tratta di una condizione grave che richiede cure mediche intensive e, frequentemente, interventi chirurgici di ricostruzione. La gestione farmacologica del dolore, prescritta e monitorata dal medico, è uno dei fondamenti del piano terapeutico.
Ispezione giornaliera del corpo della persona assistita, in questo caso primo piano sul gomito | HIP Sistema Letto

Azioni quotidiane che fanno la differenza

Un ambiente assistenziale adeguato, privo di pressione, umidità e attrito, contribuisce a sostenere i naturali processi di riparazione tissutale del corpo, in sinergia con il trattamento clinico.

Le pratiche di prevenzione, quindi, non sono un capitolo a parte, ma diventano una componente essenziale e attiva della terapia.

Creare questo "terreno fertile" per la guarigione richiede una dedizione e una fatica significative da parte di operatori socio-sanitari e caregiver familiari, veri protagonisti di questa battaglia silenziosa combattuta ogni giorno.

Il riposizionamento costante (almeno ogni 1-2 ore a letto) è il gesto terapeutico più importante. Non serve solo a prevenire nuove lesioni, ma permette al sangue, ricco di ossigeno e nutrienti, di tornare a irrorare i tessuti danneggiati della piaga esistente. Senza questo afflusso, le cellule non possono rigenerarsi e la ferita non può guarire.

Il riposizionamento frequente migliora l’ossigenazione dei tessuti, fattore essenziale per sostenere i processi di riparazione delle lesioni.

Un'igiene scrupolosa diventa una barriera contro le infezioni. Una ferita aperta è una porta d'ingresso per i batteri. L'umidità, specialmente in caso di incontinenza, non solo macera la pelle sana circostante, rendendola più fragile, ma crea l'ambiente ideale per la proliferazione batterica.

Pulire l'area e mantenerla asciutta, tamponando sempre con delicatezza senza mai strofinare, riduce il rischio di infezioni e protegge i tessuti circostanti, supportando così il trattamento delle lesioni.

Infine, un'alimentazione adeguata è funzionale al processo di guarigione, in quanto fornisce al corpo le proteine, le vitamine e i minerali indispensabili per ricostruire il tessuto danneggiato.

Un corpo denutrito o disidratato, infatti, non ha le risorse per riparare la ferita.

Queste buone pratiche assistenziali quotidiane costituiscono un elemento essenziale del piano di cura, contribuendo a creare condizioni favorevoli per l’efficacia delle medicazioni prescritte.

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Gli ausili antidecubito: i presidi medici a supporto della terapia

Le azioni quotidiane, per quanto fondamentali, possono essere supportate e rese più efficaci dall'uso di presidi medici specifici, noti come ausili antidecubito. Il loro scopo principale è distribuire o scaricare il peso del corpo in modo più uniforme, riducendo la pressione sui punti a rischio. Questi strumenti sono un pilastro della cura e della prevenzione e includono:

  • superfici di supporto specialistiche: si tratta di materassi o sovramaterassi progettati per ridurre la pressione. Possono essere statici (come quelli in schiuma di poliuretano ad alta densità o gel) che aumentano la superficie di contatto, o dinamici (come i materassi ad aria a pressione alternata), che modificano ciclicamente i punti di appoggio.
  • cuscini antidecubito: essenziali per chi sta seduto a lungo, servono a proteggere la zona del sacro e dei glutei. Ne esistono di vari materiali (schiuma, gel, aria) per adattarsi a diversi livelli di rischio.
  • protezioni localizzate: esistono talloniere, gomitiere e velli specifici che proteggono le singole articolazioni, particolarmente esposte allo sviluppo di lesioni.

L'uso corretto di questi ausili, scelto in base al livello di rischio e alla condizione della persona, è cruciale per supportare il piano di cura. Tuttavia, anche il miglior materasso può essere reso meno efficace se lo strato a diretto contatto con la pelle non è adeguato.

Leggi anche: Piaghe da decubito ai talloni: cura e prevenzione

Il sistema letto: la soluzione integrata per il benessere della persona assistita

Le azioni di cura e prevenzione che abbiamo descritto – alleviare la pressione, ridurre l'attrito, gestire l'umidità – sono fisicamente e mentalmente faticose.

Un ambiente letto confortevole e sicuro, come quello proposto da Hip Sistema Letto, aiuta a combattere i tre grandi nemici della pelle fragile: la pressione localizzata, l'attrito e l'umidità.

La biancheria tecnico-sanitaria è il cuore di questo sistema. A differenza del cotone tradizionale, il jersey di alta qualità non forma pieghe, eliminando una delle cause più subdole di iper-pressione.

Il suo basso coefficiente d'attrito facilita i riposizionamenti senza "grattare" la pelle, mentre la sua eccezionale traspirabilità disperde il sudore, mantenendo un microclima più asciutto e sano.

Ogni dettaglio, come il doppio angolo per liberare i talloni, è pensato per la protezione.

Quando si gestisce anche l'incontinenza, le traverse lavabili si dimostrano superiori a quelle monouso proprio per gli stessi motivi: non creano le pieghe rigide della plastica, assorbono meglio e proteggono la pelle dal contatto prolungato con agenti irritanti.

La combinazione di questi elementi – biancheria, traverse e, se serve, coperte leggere – crea un sistema sinergico. Offrire soluzioni come i Kit (Oro, Argento, Bronzo) significa permettere a chiunque, dalla struttura sanitaria al privato, di costruire un ambiente di cura professionale e su misura.

Scegliere un sistema integrato è un investimento sulla qualità della vita, un modo per ridurre la sofferenza, alleggerire la fatica di chi assiste e, soprattutto, restituire dignità alla persona assistita, che è sempre al centro di ogni nostra attenzione.

Come curare le piaghe da decubito: domande frequenti

Come si riconosce una piaga da decubito al primo stadio?

Una piaga da decubito al primo stadio si manifesta come un'area di pelle arrossata che non scompare, o non "sbianca", quando viene premuta con un dito. Questo è un segnale critico di allarme, perché indica che l'afflusso di sangue in quella zona è già compromesso. La pelle è ancora intatta, senza ferite aperte o vesciche, ma può risultare più calda al tatto o più dura rispetto ai tessuti circostanti. È fondamentale, a questo punto, eliminare immediatamente ogni pressione da quell'area e intensificare tutte le misure di prevenzione per evitare che la lesione evolva verso stadi più gravi.

Cosa mettere su una piaga da decubito per favorire la guarigione?

Il trattamento di una piaga già formata deve essere sempre supervisionato da un medico o un infermiere. Generalmente, la lesione viene prima pulita delicatamente con una soluzione salina o un antisettico specifico per rimuovere i detriti. Successivamente, a seconda dello stadio e della quantità di essudato, si applicano medicazioni avanzate. Queste possono includere idrogel per mantenere l'ambiente umido, alginati per ferite con molta secrezione o medicazioni idrocolloidali. Le tipologie di medicazioni devono essere valutate e applicate esclusivamente da personale sanitario qualificato.

È meglio una traversa lavabile o una monouso per chi ha piaghe da decubito?

Per la prevenzione e la gestione delle piaghe da decubito, una traversa lavabile di alta qualità è quasi sempre preferibile a una monouso. Il motivo principale è che non crea le pieghe rigide tipiche della plastica delle monouso, che sono una causa diretta di pressione e irritazione sulla pelle. Inoltre, le traverse tecniche moderne sono più traspiranti, assorbono meglio i liquidi mantenendo la superficie più asciutta e non ostacolano l'efficacia dei materassi antidecubito. A questo si aggiunge un enorme vantaggio in termini di sostenibilità ambientale ed economica sul lungo periodo.

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