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Valutazione del rischio di piaghe da decubito: come si effettua e quali parametri considerare

In questo articolo ti parliamo di...

  • La valutazione del rischio è il primo passo per prevenire le lesioni da pressione: strumenti come le scale di Norton e Braden permettono di identificare in modo oggettivo chi è più vulnerabile e di pianificare interventi mirati.
  • La Scala di Norton è semplice e immediata, mentre la Scala di Braden è più completa perché include anche fattori come la nutrizione e la frizione/scivolamento, elementi determinanti per l’integrità cutanea.
  • Spesso, un piano preventivo efficace non si limita al materasso antidecubito: l’uso di un sistema letto tecnico, con lenzuola elastiche, traverse lavabili e tessuti traspiranti, riduce pressione, attrito e umidità, aiutando a proteggere pelle e dignità della persona assistita.

Le piaghe da decubito sono una complicanza prevenibile attraverso una corretta analisi dei fattori di rischio, specialmente nei contesti più fragili

Affrontare la prevenzione delle lesioni da pressione o piaghe da decubito, significa prima di tutto capire chi è a rischio e perché.

Queste lesioni cutanee, che possono insorgere a causa di una pressione prolungata su una specifica area del corpo, non sono una fatalità inevitabile, ma una complicanza che può e deve essere gestita. La prevenzione è l'approccio più efficace, sicuro e dignitoso, e inizia con un'analisi accurata e oggettiva.

Per questo, il mondo sanitario si affida a strumenti specifici, le scale di valutazione del rischio, che traducono le condizioni di un individuo in un punteggio chiaro e confrontabile.

L'utilizzo di questi protocolli è fondamentale sia in contesti professionali come RSA e ospedali, sia nell'assistenza domiciliare, per guidare le scelte di caregiver e familiari.

Vediamo quindi quali sono i parametri chiave e come funzionano gli strumenti più diffusi.

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Cosa sono le lesioni da pressione e perché la valutazione del rischio è così importante

Le lesioni da pressione sono un danno localizzato alla pelle e ai tessuti sottostanti, causato principalmente da una pressione intensa e prolungata, spesso in combinazione con forze di attrito o di scivolamento. Si sviluppano tipicamente sopra le prominenze ossee, come l'osso sacro, i talloni, le anche o i gomiti.

Per una persona costretta a letto o su una sedia a rotelle per lunghi periodi, il cui peso corporeo comprime i vasi sanguigni, il flusso di sangue e ossigeno ai tessuti si riduce, portando alla loro necrosi e alla formazione della piaga.

La prevenzione è fondamentale non solo per evitare dolore, infezioni e complicazioni gravi alla persona assistita, ma anche per non gravare ulteriormente sul complesso lavoro di assistenza.

La valutazione del rischio permette di identificare precocemente i soggetti più vulnerabili e di attuare un piano preventivo su misura, prima che il danno si manifesti. Questo approccio proattivo è più umano, più sicuro e anche economicamente più sostenibile della gestione di una lesione già conclamata.

L'identificazione dei fattori di rischio specifici è possibile grazie a strumenti standardizzati.

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I parametri chiave: come funzionano le scale di Norton e Braden

Per effettuare una valutazione oggettiva, gli operatori socio-sanitari e gli infermieri utilizzano principalmente due strumenti validati: la Scala di Norton e la Scala di Braden. Entrambe inserite nelle linee guida su "Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione" dell'ISS, funzionano assegnando un punteggio a una serie di parametri; un punteggio totale più basso indica un rischio più elevato.

La Scala di Norton, uno strumento storico e ancora molto utilizzato per la sua immediatezza, analizza il rischio attraverso cinque parametri chiave. A ciascun parametro viene assegnato un punteggio da 1 (condizione peggiore) a 4 (condizione ottimale), per un punteggio totale che va da 5 a 20. I fattori valutati sono cinque:

  1. condizioni fisiche: si va da "buone" (4 punti) quando la persona è autonoma nelle attività quotidiane, a "pessime" (1 punto) quando è totalmente dipendente;
  2. stato mentale: valuta il livello di orientamento, da "lucido e orientato" (4 punti) a "comatoso" o con risposta quasi assente (1 punto);
  3. attività e deambulazione: misura la capacità di camminare, da "autonomo" (4 punti), anche con ausili, a "costretto a letto" (1 punto);
  4. mobilità: analizza la capacità di muovere e controllare il proprio corpo, da "completa" (4 punti) a "immobile" e bisognoso di assistenza totale (1 punto);
  5. incontinenza: considera il controllo degli sfinteri, da "assente" (4 punti) a "doppia" (incontinenza urinaria e fecale, 1 punto).

La Scala di Braden, oggi ampiamente diffusa e considerata uno standard per la sua completezza, valuta invece sei fattori, fornendo un quadro ancora più dettagliato. I suoi parametri sono:

  1. percezione sensoriale: la capacità della persona di sentire e segnalare dolore o disagio;
  2. umidità: il livello di esposizione della pelle a sudore, urina o feci;
  3. attività: il grado di attività fisica;
  4. mobilità: la capacità di cambiare e controllare la posizione del corpo;
  5. nutrizione: l'apporto nutrizionale abituale, un fattore critico per la rigenerazione dei tessuti;
  6. frizione e scivolamento: le forze meccaniche che agiscono sulla pelle durante i riposizionamenti.

La preferenza accordata spesso alla Scala di Braden dipende proprio dall'inclusione di parametri come la nutrizione e le forze di frizione, riconosciuti come determinanti per l'integrità della pelle.

Una volta ottenuto un punteggio con uno di questi strumenti, è necessario tradurlo in un piano operativo.

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Dal punteggio all'azione: come interpretare i risultati per un intervento mirato

Il risultato numerico ottenuto da una scala di valutazione classifica il rischio dell'individuo (es. basso, medio, alto, molto alto).

Questa classificazione innesca un protocollo di prevenzione specifico. Ad esempio, un punteggio di alto rischio richiede interventi intensivi e immediati, mentre un basso rischio potrebbe necessitare di un monitoraggio attento e di misure preventive di base.

Le azioni principali includono:

  • pianificazione dei cambi posturali: stabilire una rotazione frequente delle posizioni (es. ogni 2-3 ore) per alleviare la pressione sulle stesse aree;
  • cura e ispezione della pelle: mantenere la cute pulita, asciutta e idratata, ispezionandola quotidianamente per individuare precocemente eventuali arrossamenti;
  • gestione della nutrizione e dell'idratazione: assicurare un apporto adeguato di proteine, vitamine e liquidi, essenziali per la salute dei tessuti;
  • utilizzo di ausili antidecubito e superfici di supporto: selezionare materassi, cuscini e biancheria progettati per ridurre la pressione, l'attrito e l'umidità.

È proprio su quest'ultimo punto che si gioca una partita fondamentale. Un materasso antidecubito è essenziale, ma dà il meglio di sé solo quando viene integrato in un contesto più ampio di gestione del letto.

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Oltre il materasso: il ruolo di un sistema letto tecnico nella prevenzione integrata

Un materasso antidecubito, per quanto performante, lavora al meglio solo se non viene "isolato" da lenzuola inadatte, traverse monouso che non traspirano o coperte pesanti.

Ogni elemento a contatto con il corpo può vanificare i benefici della superficie di supporto. Ecco perché è più corretto parlare di sistema letto, una combinazione sinergica di ausili tessili tecnici pensati per agire insieme.

Le soluzioni tessili tecniche, come quelle della linea HIP Sistema Letto, sono progettate per rispondere direttamente ai fattori di rischio misurati dalle scale di valutazione. Il tessuto di cui è composta la biancheria, ad esempio, ha un basso coefficiente d'attrito, riducendo i danni da "frizione e scivolamento".

La sua elevata traspirabilità aiuta a gestire il microclima cutaneo, contrastando il rischio legato all'umidità.

Inoltre, la particolare elasticità del tessuto e il design delle lenzuola favoriscono l'assenza di pieghe, una delle cause primarie di iperpressione localizzata. Le traverse lavabili, a differenza di quelle monouso, non formano grinze sotto la zona sacrale, non ostacolano il lavoro del materasso antidecubito e aiutano a ridurre il tempo di contatto della pelle con i reflui organici.

Questo approccio non solo offre al paziente il massimo comfort – con un letto asciutto, mai freddo, piacevole al tatto e che non limita i movimenti – ma ne tutela la dignità, semplificando nel contempo il lavoro degli operatori sanitari e dei caregiver.

Un letto che resta in ordine più a lungo, più facile da gestire e più igienico libera tempo prezioso da dedicare alla relazione e all'assistenza diretta.

Valutazione rischio piaghe da decubito: domande frequenti

Qual è la principale differenza tra la scala di Norton e la scala di Braden?

La differenza fondamentale risiede nei parametri analizzati. La Scala di Norton si basa su cinque criteri (condizioni fisiche, stato mentale, attività, mobilità, incontinenza). La Scala di Braden è più dettagliata e ne utilizza sei, aggiungendo due fattori molto importanti per la salute della cute: lo stato di nutrizione della persona e l'impatto delle forze di "frizione e scivolamento", che si verificano durante i riposizionamenti nel letto. Per questa sua completezza, la scala di Braden è oggi considerata uno degli strumenti più affidabili e utilizzati in molti contesti sanitari.

Chi deve effettuare la valutazione del rischio di piaghe da decubito?

La valutazione del rischio dovrebbe essere effettuata da personale sanitario qualificato, tipicamente infermieri, in contesti come ospedali, RSA o nell'ambito dell'assistenza domiciliare integrata (ADI). Tuttavia, anche gli operatori socio-sanitari (OSS) e i caregiver familiari possono essere formati per utilizzare queste scale, specialmente le versioni più semplici. La loro osservazione quotidiana è preziosa. L'importante è che la valutazione sia eseguita al momento della presa in carico della persona e rivalutata periodicamente o ogni volta che le sue condizioni cliniche cambiano significativamente.

Per una persona ad alto rischio, è sufficiente solo il materasso antidecubito?

No, il solo materasso antidecubito non è sufficiente per garantire una prevenzione completa, specialmente in un soggetto ad alto rischio. Il materasso è un ausilio fondamentale, ma la sua efficacia può essere compromessa da biancheria non adatta, che crea pieghe e attrito, o da traverse monouso che intrappolano l'umidità. È essenziale adottare un "Sistema Letto" integrato, in cui lenzuola tecniche, traverse lavabili ad alta traspirabilità e coperte leggere lavorino in sinergia con il materasso per ridurre pressione, attrito e umidità, garantendo al contempo comfort e dignità alla persona assistita.

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