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Indicazioni essenziali per il protocollo di prevenzione per le lesioni da pressione

In questo articolo ti parliamo di...

  • La prevenzione delle lesioni da pressione richiede un approccio integrato che combina valutazione clinica, mobilizzazione, nutrizione adeguata e uso di ausili specifici, seguendo linee guida strutturate e validate.
  • Mantenere la pelle pulita, asciutta e protetta è essenziale: un’igiene attenta, prodotti non irritanti e la gestione dell’umidità aiutano a preservare l’integrità cutanea e a prevenire l’insorgenza dei primi segni di danno.
  • Un sistema letto completo, che integra biancheria tecnica, traverse assorbenti e materassi antidecubito, non solo potenzia la prevenzione clinica, ma semplifica il lavoro degli operatori, migliorando tempi, qualità assistenziale e benessere della persona.

Un approccio che includa valutazione del rischio, igiene cutanea, gestione posturale e dispositivi antidecubito è fondamentale per garantire un’assistenza efficace e dignitosa

Le lesioni da pressione, note anche come piaghe da decubito, rappresentano una delle complicanze più severe in contesti di assistenza a lungo termine, sia in strutture sanitarie come RSA e case di cura, sia a domicilio.

La loro insorgenza non è solo un indicatore di una possibile scarsa qualità assistenziale, ma una condizione dolorosa che compromette profondamente il benessere della persona. Prevenirle richiede un protocollo rigoroso e multifattoriale, che agisca su diversi fronti in modo sinergico.

Adottare un protocollo di prevenzione significa orchestrare una serie di interventi coordinati che vanno ben oltre il semplice cambio posturale.

Si tratta di un approccio olistico aderente alle linee guida sulla prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione dell'ISS, che parte da un'attenta osservazione e arriva all'adozione di strumenti pensati per proteggere la cute e agevolare il lavoro di chi assiste.

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Valutazione del rischio e monitoraggio della cute

Il primo aspetto da considerare nella prevenzione è l'identificazione precoce dei soggetti a rischio. Strumenti validati come la scala di Braden aiutano gli operatori sanitari a quantificare oggettivamente il livello di vulnerabilità di un ospite, considerando fattori come mobilità, stato nutrizionale, percezione sensoriale e umidità cutanea.

Questa valutazione va eseguita all'ingresso in struttura e rivalutata periodicamente, soprattutto in caso di cambiamenti clinici.

A questo si affianca un esame quotidiano e meticoloso della cute, con un'attenzione particolare alle aree sovrastanti le prominenze ossee (sacro, talloni, gomiti).

L'obiettivo è individuare segni precoci come arrossamenti che non scompaiono alla digitopressione, variazioni di temperatura o consistenza del tessuto, che sono il primo stadio delle piaghe da decubito.

Primo piano dell'ispezione giornaliera del corpo della persona allettata da parte di personale medico qualificato | HIP Sistema Letto

Nutrizione e idratazione: rinforzare la pelle dall'interno

La prevenzione delle lesioni da pressione inizia a tavola, poiché la resilienza della pelle dipende direttamente anche dallo stato nutrizionale della persona. Una buona condizione nutrizionale, infatti, può contribuire a migliorare la resistenza della cute, rendendola più forte ed elastica.

Un apporto proteico insufficiente, ad esempio, è uno dei principali fattori di rischio, poiché le proteine sono i mattoni fondamentali per la riparazione e il mantenimento dei tessuti.

È essenziale garantire un apporto proteico adeguato (circa 1-1,5 g per kg di peso corporeo al giorno), un corretto bilancio calorico, e un'abbondante assunzione di vitamine (in particolare la Vitamina C, cruciale per la sintesi del collagene) e sali minerali.

Anche un'adeguata idratazione è vitale per mantenere il turgore e l'elasticità della pelle, rendendola meno suscettibile alle lesioni.

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Gestione della postura e della mobilità: l'importanza del riposizionamento

Il corpo umano non è progettato per rimanere immobile. Una pressione costante e prolungata su un'area specifica, specialmente sopra una prominenza ossea, occlude i capillari sanguigni, interrompendo l'afflusso di ossigeno e nutrienti ai tessuti.

A questo si aggiungono le forze di taglio (o shear), che si verificano quando la persona scivola nel letto, e di frizione, che danneggiano gli strati superficiali della pelle durante gli spostamenti.

Per contrastare questi meccanismi, la mobilizzazione e un riposizionamento programmato e sistematico sono interventi clinici essenziali. Per le persone allettate, è fondamentale stabilire un piano di rotazione posturale, da documentare con precisione in un apposito diario per garantire la continuità assistenziale.

Per chi è in grado di muoversi, anche minimamente, è cruciale incoraggiarne l'attività, anche con ausili idonei, come i sollevatori.

Sebbene la frequenza vada personalizzata, possiamo considerare un intervallo standard quello di 2-4 ore. Ciò non solo previene le lesioni, ma stimola la circolazione e migliora la funzionalità respiratoria.

Superfici e ausili antidecubito per redistribuire il peso corporeo

In questo contesto, l'utilizzo di specifici dispositivi antidecubito diventa un intervento clinico di grande rilevanza. La loro funzione primaria è quella di redistribuire il peso corporeo, al fine di ridurre i picchi di pressione che si concentrano sulle aree anatomiche più vulnerabili.

L'offerta di questi ausili include un'ampia gamma di soluzioni, a partire da materassi e sovramaterassi per il letto, fino a cuscini formulati per letti, sedie a rotelle o poltrone.

Si classificano principalmente in due categorie: le superfici statiche, realizzate in materiali come schiuma di poliuretano ad alta resilienza o gel, che agiscono massimizzando la superficie di contatto per disperdere la pressione; e le superfici dinamiche, come i sistemi a pressione alternata, che variano ciclicamente i punti di appoggio per fornire un sollievo costante ai tessuti.

A questi si affiancano ausili mirati come talloniere e protezioni per gomiti e malleoli, essenziali per proteggere zone ad altissimo rischio.

L'efficacia di questi sistemi, inclusi i più avanzati, dipende anche dall'interfaccia a diretto contatto con la cute, ovvero la biancheria.

Cura e igiene della cute

L'efficacia del riposizionamento è massimizzata solo se l'ambiente letto è esso stesso terapeutico. Materassi antidecubito in schiuma, gel o ad aria sono progettati per distribuire il peso corporeo su una superficie più ampia, riducendo i picchi di pressione.

Tuttavia, il loro beneficio può essere ridotto da una biancheria inadeguata. Lenzuola tradizionali rimboccate creano il cosiddetto "effetto amaca", che potrebbe vanificare l'azione del materasso, mentre le pieghe del tessuto diventano veri e propri punti di iperpressione sulla pelle.

Una biancheria tecnico-sanitaria aiuta a risolvere questi problemi grazie alla sua elasticità e al basso coefficiente d'attrito. Inoltre, è fondamentale per favorire il mantenimento della cute asciutta: le lenzuola in jersey, grazie alla loro eccezionale traspirabilità, disperdono il sudore, mentre le traverse multistrato lavabili catturano i liquidi in un nucleo assorbente, isolandoli istantaneamente dalla pelle e prevenendone la macerazione.

Dalla cura della persona al supporto dell'operatore: la sinergia di un sistema letto completo

Un protocollo di prevenzione efficace deve tenere conto della sostenibilità degli interventi e del benessere di chi li mette in pratica.

Un sistema letto completo HIP, che integra biancheria tecnica, traverse lavabili ad alte prestazioni e coperte termoregolanti, non è solo un insieme di prodotti, ma una soluzione sinergica.

Semplifica il lavoro, riducendo i tempi e gli sforzi necessari per il rifacimento del letto e la gestione dell'incontinenza.

Traverse che non si spostano, non formano pieghe e proteggono efficacemente il materasso, ad esempio, significano meno cambi completi e più tempo da dedicare alla cura e alla relazione con la persona, preservandone la dignità e alleggerendo il carico di chi, ogni giorno, si dedica agli altri.

È in questa sinergia che si realizza una cura davvero completa.

Protocollo prevenzione lesioni da pressione: domande frequenti

Perché le traverse lavabili sono preferibili a quelle monouso nella prevenzione?

La scelta di una traversa lavabile tecnica è quasi sempre superiore per motivi clinici, pratici ed economici. A differenza delle monouso, non formano pieghe rigide sotto la zona sacrale, uno dei punti più critici per lo sviluppo di lesioni. Grazie alla loro struttura, rimangono ben posizionate, riducendo l'impatto negativo sulla funzionalità dei materassi antidecubito. Inoltre, la loro capacità di assorbire e gestire i liquidi riduce il tempo di contatto della pelle con agenti irritanti. Dal punto di vista della sostenibilità, una singola traversa lavabile può sostituire centinaia di pezzi monouso, abbattendo drasticamente i costi di acquisto e smaltimento.

Qual è il ruolo esatto della biancheria nella prevenzione delle LdP?

La biancheria non è un dettaglio, ma un componente attivo del protocollo di prevenzione. Una buona biancheria sanitaria contribuisce su tre fronti. Primo, la sua elasticità intrinseca elimina la formazione di pieghe, che agiscono come pericolosi punti di pressione sulla cute. Secondo, la sua superficie liscia presenta un basso coefficiente d'attrito, riducendo il rischio di lesioni da sfregamento durante i frequenti riposizionamenti. Terzo, la sua elevata traspirabilità permette di dissipare rapidamente l'umidità dovuta alla sudorazione, prevenendo la macerazione della pelle, un fattore che la rende più fragile e suscettibile ai danni.

Come un "Sistema Letto" aiuta concretamente chi assiste una persona allettata?

Un "Sistema Letto" come i Kit proposti da HIP (Oro, Argento, Bronzo) è pensato per creare una sinergia che semplifica la vita di operatori e caregiver. Anziché gestire diversi prodotti slegati tra loro, si ha a disposizione una soluzione integrata dove ogni elemento lavora in armonia con l'altro. La biancheria che resta in posizione, le traverse che proteggono efficacemente e le coperte leggere riducono il numero di interventi per riordinare o cambiare il letto. Questo si traduce in un risparmio tangibile di tempo e fatica fisica, permettendo a chi assiste di dedicare più energie alla cura diretta della persona, migliorando la qualità dell'assistenza e riducendo il rischio di burnout.

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